Da tre decenni il Premio giornalistico nazionale “Natale UCSI”, promosso dalla sezione veronese dell’Unione Cattolica Stampa Italiana e intitolato al giornalista veronese Giuseppe Faccincani, porta in prima pagina le buone notizie e i giornalisti che sanno farsi voce del “bene che c’è e che non si dice”.
Gianfranco Tommasi era ancora un aspirante giornalista quando, qualche decennio fa, il direttore del giornalino diocesano per cui scriveva lo mandò ad intervistare padre (nel 2014 proclamato Venerabile) Raimondo Calcagno, sacerdote - nato a Chioggia nel 1888 e scomparso nel 1964 - che fece dell’educazione cristiana dei fanciulli la sua missione, sull'esempio di San Filippo Neri e di Don Bosco. «Trovai – ricorda Gianfranco – un uomo vestito di una tonaca unta e bisunta, il suo aspetto mi lasciò sbigottito, ma la sua replica, in dialetto veronese-chioggiotto, fu ancora più sorprendente». “Son andà a far el ben che no se dìse”, spiegò padre Calcagno al giovane.
Quella frase, più avanti, fu l’ispirazione per Tommasi: «Ad una delle prime riunioni UCSI a Verona, presente anche l’amico Giuseppe Faccincani, proposi di stimolare colleghe e colleghi giornalisti a scrivere sul bene; dopo qualche perplessità sugli aspetti economici ed organizzativi, l’iniziativa decollò ed oggi siamo a tagliare il traguardo della 30° edizione».
«Nel 2023 - prosegue Stefano Filippi, presidente UCSI Verona - abbiamo ricordato il centenario della nascita di Faccincani, cui è stato intitolato il premio: ci piace chiamarlo ancora “il profe”, poiché davvero è stato un maestro per tanti colleghi nel saper raccontare il bene nascosto, la solidarietà, il rispetto delle persone, dando dignità di notizia a tanti fatti che spesso passano sotto silenzio. Lo spirito del premio ne rispecchia l’eredità professionale ed umana».
La figura di Faccincani brilla nelle parole della figlia Guia: «Mio padre aveva un gran rispetto dei lettori, sapeva quanto le notizie fossero importanti ma, molto di più, intuiva la valenza del loro impatto “sociale”. Lavorare in un quotidiano locale, diceva, aumenta la responsabilità del giornalista proprio per il contesto in cui essa nasceva. In caso di delitti efferati temeva molto, ad esempio, il fattore “emulazione” a breve e medio termine. Serviva una delicatezza particolare, un’attenzione doppia. Penso che anche per questo credesse fortemente nel valore della "buona novella" e della solidarietà come forza "emulatrice" positiva. Il premio “Natale Ucsi”, che contribuì a fondare insieme ai soci storici dell’Ucsi di Verona, resta il modo migliore per ricordarlo».
Il sito www.premioucsi.it è un progetto di comunicazione donato da don Bruno Cescon
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